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CECCHINI DALL´ALTO IN VIA FANI

by Schein Friday, Apr. 05, 2019 at 8:29 PM

la strage di via Fani non fu opera delle presunte brigate rosse

8.25 - 9.02

di

Schein



luglio 2018 - aprile 2019





CAPITOLO 1 : CECCHINI DALL´ALTO



Quand´ero piccolo, mio nonno mi raccontò 1000 volte che doveva la vita a un cecchino austriaco. Perché mentre pattugliava le Alpi, quello gli massacrò tutti i commilitoni attorno, ma lui lo prese solo a un piede. Si finse morto, e al calar delle tenebre, si trascinò fino alla base, donde lo rispedirono a casa. Grande Guerra finita.

Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino non furono così fortunati.

Il primo punto centrale per quella "intelligenza degli eventi" a cui ci esortava il sommo statista, è che tiratori scelti militari spararono dall´alto in via Fani, e che furono essi a fare il grosso della strage.

Il primo a me noto a menzionare pubblicamente su internet cecchini a via Fani, anche se non esplicitamente dall´alto, fu il poster che si firma S. Piccardo il 31.1.2005 qui :

http://forum.radicali.it/content/moro-un-cadavere-senza-pace

sulla scorta di un articolo dell´ Unione sarda del 17.1.2005. Più dettagli qui :

http://www.italoeuropeo.com/2008/03/05/caso-moro-cap-4/

E qui :

https://www.riflessioni.it/forum/storia/9554-gladio-cosa-se-ne-sa.html

Seguì, il 13.2.2018, questo articolo, che accenna anch´esso a cecchini anche se non esplicitamente dall´alto

http://www.iskrae.eu/sequestro-moro-bassi-servizi-via-fani/

Però il primo a me noto a parlare esplicitamente di tiri DALL´ALTO fu il poster che si firma Agora qui :

http://www.vuotoaperdere.org/casomoro/topic.asp?TOPIC_ID=135&whichpage=31

Ascoltiamo la sua brillante intuizione datata 24.04.2018 dalla sua viva voce, passim :

" Zizzi verrà dichiarato deceduto al Gemelli dopo un trasbordo inspiegabilmente troppo lungo con un´ambulanza e una volante (mai individuata) che fa da apripista, per un percorso via Fani - Gemelli di non più di 8/10 minuti con quelle caratteristiche; in ogni caso per ora questo aspetto posso accantonarlo cercando di focalizzare la ricerca sul punto della dinamica dei movimenti di Zizzi in via Fani e della provenienza dei tiri che lo hanno attinto. Ricordiamo che l' M12 citato non verrà ritrovato perché si dirà prelevato dai BR senza ulteriori spiegazioni. Perché non immaginare un inquinamento della scena del crimine da parte degli autori proprio per coprire presenze e posizioni di tiro anomale rispetto ad una "prassi" brigatista? Tornando a Zizzi ragionando con un amico ho scoperto che le caratteristiche dei fori di entrata e di uscita dal corpo umano se individuabili quando sono in seguito a proiettili esplosi in vicinanza diventa molto più difficile quando il tiro avviene da lunghezze superiori a 10 metri che sembrano lasciare quasi una medesima

impronta ; va detto che le caratteristiche dei fori di entrata e uscita sul corpo del V.Brigadiere di PS sono proprio di non facile individuazione tanto che ho cominciato ad ipotizzare di invertire la direzione che così si configurerebbe da avanti e da alto verso il basso come di un tiratore posizionato in un luogo sopraelevato al piano stradale. Ricordiamo che in verita' a via Fani si hanno altri tiri con direzione alto verso il basso che hanno impegnato la Scientifica che ha trovato una soluzione per me non convincente per esempio rispetto a tre tiri di tale caratteristica sul Caposcorta che i periti finiscono per concepire quasi sdraiato in auto - si ritorna alla fattispecie di uomini di scorta preparati che si vuole far comportare da inesperti - come nella mossa di girarsi verso il Presidente ma in una posizione che deve essere quasi orizzontale al finestrino sinistro della Fiat 130 per ottenere quelle direzioni che appariranno ai periti percorrere longitudinalmente il corpo del Caposcorta da alto verso il basso; questi stessi tiri se ipotizzati provenienti da tiratore posizionato su un luogo sopraelevato al piano stradale di via Fani sarebbero compatibili come per Zizzi e avrebbero anche quella caratteristica di imprevedibilità che anche una scorta professionale non potrebbe parare stante una contemporanea presenza sul piano stradale di situazioni equivoche che attirino l'attenzione degli agenti. Ricordiamo che in verita' anche Rivera l'autista dell'alfetta di scorta presenta una ferita da tiro da alto verso il basso che nessuno è riuscito a spiegare. Ricordiamo che sulle facciate esterne del palazzo di via Fani lato Austin cioè lato opposto al Bar cioè lato sopraelevato al fianco destro della Fiat 130 e dell'alfetta cioè lato del caposcorta e di Zizzi rispettivamente, sono state riscontrate escavazioni cioè segni nel muro di proiettili che hanno raggiunto le finestre e i balconi sia del piano che si vuole chiamare in perizia terra ma che in realtà è quanto meno rialzato e al piano secondo sopra quello citato che hanno anche avuto al loro interno il ritrovamento di frammenti di proiettili e proprio di un proiettile che fu scovato in un armadio dopo aver trapassato il legno del montante di una finestra dell´appartamento al piano rialzato e il montante della porta del bagno, e aver trapassato la porta dell'armadio al cui interno fu appunto ritrovato dagli abitanti dell'appartamento stesso . Ricordiamo che quello stesso bravo perito che individuò i bossoli dell' M12 tra i tanti repertati in via Fani (questo per un particolare segno che si ritrova su tutti i bossoli sparati da tutti gli M12 sul retro del bossolo, segno a forma di finestrella) nel 1994 dedusse che questo proiettile apparteneva all' M12 di via Fani. Ricapitolando, un M12 in via Fani spara certamente e ha un bossolo che verrà ritrovato sul paraurti dell' alfetta e proiettile in un appartamento posto sul lato destro della 130 e dell' alfetta, il lato da cui due esperti uomini di scorta scendono in prossimita' di una fermata del convoglio con auto ancora in movimento e che solo un tiro da una postazione sopraelevata poteva sorprendere come i balconi di quel palazzo che ha il segno di un M12 che spara in quella direzione, M12 che esiste con certezza in via Fani ed è senza alcun dubbio quello di Zizzi che non si ritroverà come per una ulteriore forma di inquinamento della scena del crimine, che così concepita assume le sembianze di una imboscata militare ad opera di cecchini. "

Preciseremo meglio questa brillantissima, articolata e completa intuizione infra. Citano poi i tiri dall´alto con una breve accenno Paola Baiocchi e Andrea Montella il 16.5.2018, qui :

http://www.iskrae.eu/mister-m-capo-007-trasmissione-rai-3/

" Domenico Ricci, l’autista dell’auto di Moro, ha ricevuto un colpo frontale sparato da molta distanza e dall’alto, visibile grazie al foro sul parabrezza, riprodotto in tutte le foto agli atti. Chi può aver sparato con tanta precisione da una distanza considerevole e perché nessuno ne vuole

parlare? "

Parliamone dunque, del famoso foro nel parabrezza della 130 di Moro: esso sta nella parte alta del parabrezza, ed è davvero poco plausibile che sia stato prodotto da tiro dal piano strada, come la scientifica ha voluto di recente far credere alla commissione Moro 2 che se l´è bevuta senza fiatare.

https://www.youtube.com/watch?v=V3y7FnTF15Q

https://drive.google.com/file/d/0ByocqqHXudT-VnJKQTFkNjNTZlE/view

Osservatelo bene, ancora e ancora quel foro, sia nel noto servizio di frajese su youtube, sia nelle foto sul web, sia sul sito assai ambiguo del collettivo 16 marzo.

Quel foro come traiettoria può ben venire dall´alto, checché ne dica la scientifica. E non è affatto un foro di uscita, come lo pastorizza il 16 marzo: già in frajese, nonostante inquadrature non nitidissime, è possibile se fate fermo-immagine, vedere che il cratere di quel foro è introflesso. E anche la prima foto di esso in primo piano che trovate come quarta foto sul post dedicato del 16 marzo, mostra slabbratura interna introflessa se vista dall´esterno.

Bisogna anche considerare che le foto del 16 marzo sono quelle recenti della scientifica, sulla 130 restaurata per essere esposta a via di Settebagni - e sicuramente una gelida manina ha inquinato le prove, come avvenne in modo brutale per l´alfetta della scorta - e per tutto il resto della scena del crimine fin dai primissimi istanti.

Come può quel foro essere di uscita, come ipotizzarono i primi periti decenni fa ? Chi avrebbe sparato dall´interno della 130 ? O dall´esterno, con una traiettoria così assurda, senza riscontri in fori di uscita ? La scientifica nella sua relazione finale alla Moro 2 del 2015 sostiene che il foro sul parabrezza della 130 è bensì di entrata, ma il proiettile probabilmente andò a infilarsi nello sportello posteriore destro della 130 : però c´è l´impatto, ma non c´è il proiettile. E non è affatto sicura questa traiettoria e corrispondenza solo ipotetica tra fori.

Inoltre il segno di impatto sullo sportello posteriore destro è molto più in basso rispetto al foro nel parabrezza - la traiettoria sarebbe dunque in ogni caso dall´alto, mentre la scientifica ipotizza assurdamente un tiro dal piano strada, da sinistra a destra, da parte di un brigatista che spara alla 130 mentre questa arriva : tale presunto killer dovrebbe aver alzato l´arma e poi averla inclinata assurdamente, per ottenere una tale traiettoria alto-basso !

https://www.panorama.it/news/cronaca/le-auto-della-strage-di-via-fani-40-anni-dopo-foto/#gallery-0=slide-5

https://www.panorama.it/news/cronaca/le-auto-della-strage-di-via-fani-40-anni-dopo-foto/#gallery-0=slide-3

Idem se si ipotizzi, come si è fatto qui :

http://www.tg1.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-0477a995-d122-41eb-9979-562b90e66e34.html

che il foro del parabrezza è di entrata, prodotto da uno sparatore a destra e dietro rispetto al senso di marcia della 130, che sparando quel singolo corpo infrangerebbe tutto il finestrino posteriore destro per poi colpire non si sa come la parte alta e inclinata del parabrezza...E tutto questo magari mentre gli sparatori di sinistra rischiano di ammzzarlo per fuoco incrociato, e lui loro !

L´altro argomento del 16 marzo, che quel foro è di uscita perché presenta sfaldamento del vetro superficiale esterno, non ha senso, primo perché si basa su foto fatte quasi 40 anni dopo, secondo perché non è affatto detto che fori di entrata in un parabrezza non sfaldino il vetro superficiale, come una panoramica di fori di entrata in parabrezza sul web vi suggerirà immediatamente.

Le prove di tiro infine, addotte dal 16 marzo come prova, sono irrilevanti perché condotte su parabrezza staccati e isolati, e da distanze arbitrarie, senza tenere in minimo conto la possibilità di tiro dall´alto da lunga distanza.

Inoltre, quel foro se inteso dall´alto, è proseguibile idealmente tirando una linea che arriva diritta a impattare la mascella sinistra dell´autista Domenico Ricci, il proiettile penetrandogli il cranio per poi fuoruscirgli alla base sinistra della nuca.

Fu questo il primo colpo sparato a via Fani - a neutralizzare il primo autista come era militarmente logico aspettarsi - da tiratori scelti, dall´alto, con le auto ancora in movimento, magari in rallentamento per via dello stop.

Possiamo dunque postulare un primo cecchino militare che spara dall´alto, da davanti al convoglio, da oltre l´incrocio con Stresa, da finestra o balcone o tetto o elicottero.

Ricci fu attinto al cranio attraverso il foro nel parabrezza, e se questo proiettile, come tutti gli altri che lo attinsero, non fu ritenuto, come attestato dall´autopsia, allora :

1. questo conferma che dietro non c´era Moro perché un tiro del genere avrebbe potuto ucciderlo dopo aver trafitto Ricci davanti - delle due l´una : o ai rapitori non importava nulla di prenderlo morto o vivo o ferito, il che è assurdo ; o Moro non era a Fani ;

2. dov´è finito questo proiettile che trafisse Ricci al cranio ? Eccolo forse, almeno in parte :

http://www.gerograssi.it/cms2/file/casomoro/DVD20/0197_003.pdf

p. 36, basata sulla benedetti/salza, accettata dalla scientifica per la Moro 2 :

" BLINDATURE

1 sul pianale retrostante il sedile

guida Fiat 130 "

Se anche uno sospenda il giudizio o contesti che il foro nel parabrezza viene dall´alto : vi rendete conto che, se Moro fosse davvero stato seduto lì dietro, questa blindatura è arrivata al suo posto ? Vi basta questo per aprire finalmente gli occhi per favore, sull´impossibilità assoluta di garantire l´incolumità di Moro in circostanze del genere, anche per supersniper blue light o comsubin o sas ?

E anche il foro di proiettile sullo sportello interno posteriore destro della 130, qualunque sia stata la sua traiettoria, attesta pericolo prossimo per Moro, se presente e se per esempio si fosse sdraiato sul sedile per evitare i colpi, o in quel momento stesse allungando un braccio a prendere giornali, etc.

Per favore : basta col Moro a Fani.

Qualcuno dirà : ma la scientifica attribuisce detta blindatura a pistola smith&wesson, e i cecchini dall´alto non usano certo tale arma...

Rispondo : è la scientifica che distorce la benedetti/salza, la quale descrive detta blindatura così, a p.25 qui :

http://www.gerograssi.it/cms2/file/casomoro/DVD12/0018_005.pdf

" 9) frammento di blindatura, proveniente da pallottola di calibro 9 parabellum di marca fiocchi, rinvenuta sul pianale retrostante il posto di guida della fiat 130, che pesa 0,828 grammi.

Presenta impronte di una rigatura di canna a sei righe destrorse con larghezze comprese tra 1,4 e 1,50 mm." :

ora, benedetti/salza a pag.48 affermano che TUTTI i reperti attribuibili furono sparati da armi con canna a 6 righe destrorse.

E quasi TUTTE le pallottole sono cal.9 parabellum.

Inoltre gli stessi benedetti/salza si contraddicono : dopo aver asserito a pag. 25, come abbiamo visto, che le larghezze d´impronta di rigatura di quella blindatura rinvenuta dietro Ricci, sono comprese tra 1,4 e 1,50 mm, essi poi a p. 55 assegnano la medesima blindatura al gruppo D, tra 1,60 e 1,65 mm !

Dunque, la blindatura in questione appartiene al gruppo C, sparata da mitra, e non al gruppo D della

smith&wesson !

Spero ce ne sia abbastanza per convincervi che le perizie balistiche di Fani sono, in buona sostanza anche se non necessariamente in tutto e per tutto, una farsa . Tenete sempre presente che uno stesso calibro e stesse rigature possono provenire da armi diverse. Le perizie balistiche di Fani furono pilotate a sancire pseudoscientificamente il dogma della vulgata : Fani opera delle sole br che spararono solo da sinistra e solo dal piano strada.

Torno a insistere sul punto principale dal quale mai non torcer gli occhi : che non solo quella blindatura, qualunque fu la sua provenienza, ma tutti i proiettili sparati alla 130 avrebbero potuto uccidere o ferire Moro se fosse stato presente, non foss´altro che per rimbalzo o deviazione post-primo impatto in abitacolo stretto e chuso anche se non mirate a lui , o al minimo, procurandogli un infarto per shock, visto che era un uomo di oltre 60 anni.

E QUESTO È ASSURDO NELL´OTTICA DI UN RAPIMENTO, UNA SPARATORIA DEL GENERE HA SENSO SOLO QUANDO SI VUOLE UCCIDERE E NON RAPIRE !

Per favore, ancora una volta : basta col Moro a Fani.

Sui proiettili della 130 :

- Ricci viene attinto da 7 colpi stando a quel che ufficialmente si legge

- Leonardi da 9 e fanno 16 : io tendo a pensare che Leonardi sia stato colpito anche fuori della 130, comunque certo in sua prossimità

- tenete conto delle incertezze balistiche ammesse da tutti i periti : della concretissima possibilità cioè, che molti proiettili, bossoli e frammenti di entrambi siano andati perduti per caso o per inquinamento deliberato

- 4 blindature ritrovate nella 130 e non sicuramente attribuibili, e fanno comunque 20, perché anche se esse appartenessero ai proiettili che trafissero i poveri Leonardi e Ricci, proiettili o frammenti di essi non ritenuti possono uccidere altre persone che si trovino in prossimità, sia su traiettoria sia no, per rimbalzo/deviazione in abitacolo chiuso e stretto o frammentazione

- 6 pallottole integre ritrovate nella fiat 130, per le quali vale il discorso fatto al punto precedente, quindi fanno 26

- dei 7 proiettili che uccidono il povero Ricci, nessuno è ritenuto : altissima la possibilità che attingano Moro dopo aver attinto Ricci, ripeto o per traiettoria ( quello avanti-dietro che impatta mascella sinistra e fuoriesce da nuca a sinistra) o per rimbalzo in abitacolo stretto e chiuso

- dei 9 colpi che attingono Leonardi, 5 non furono ritenuti.

Se sommiamo anche approssimativamente tutta questa girandola di colpi, ripeto considerando che i non ritenuti possono essere mortali sia su traiettoria sia per rimbalzo o deviazione post-impatto sia per frammentazione, allora le possibilità per un eventuale Moro a Fani, di essere colpito da una pallottola o un frammento di pallottola sono decine.

Vi consiglio quest´ottima sintesi sul quadro ufficiale, per quanto pedissequa e superata dalle osservazioni di Agora supra e mie :

http://fncrsi.altervista.org/Contributi_al_caso_Moro.pdf

In tali condizioni, cioè con 2 massacrandi a pochi centimetri da un sequestrando, è impossibile anche per un guglielmi o pastore stocchi o moscardi, pianificare militarmente un agguato, da cominciare si badi bene, ad auto ancora in movimento, che lasci sicuramente incolume l´ostaggio. E questo sarebbe vero anche se le possibilità matematico-fisiche che Moro si beccasse una di quelle pallottole o un suo frammento, invece che decine come sono, fossero state solo 3 o 4.

La pianificazione militare dell´agguato è comprensibile, da angolazione militare e logica, solo ed esclusivamente senza Moro a Fani : con Moro nella 130, tutto diventa talmente aleatorio da non avere alcun senso per nessuno, e non garantire affatto il successo del golpe : strage degli agenti e sequestro di Moro illeso per inscenare lo psicodramma collettivo dei 55 giorni sul modello della riuscita operazione Schleyer.

Mi pare fin troppo evidente che immaginare Moro come si è fatto, accucciato dietro lo schienale di Ricci in compagnia di una blindatura proprio lì sul pianale dove sarebbe stato accucciato, cioè del durissimo involucro esterno di una calibro 9 sparata da arma automatica che raggiunge velocità all´impatto di centinaia di metri al secondo al minimo anche dopo trafittura di altro corpo non durissimo come un corpo umano o vetro di parabrezza o telaio di macchina non blindata : e moltiplicando per decine di proiettili (e loro possibili deviazioni, rimbalzi, trafitture multiple) che raggiungono la 130 : immaginare uno scenario del genere, ha meno probabilità dell´esistenza di babbo natale. Nessuna chirurgia o geometrica potenza strombazzatata dai pappagalli del mossad & co., possono garantire l´incolumità di uno lì dietro, accucciato o no.

Viene prima l´effetto sorpresa, poi la reazione istintiva : e l´effetto sorpresa del tiro dall´alto o non dall´alto che centra il povero Ricci al cranio con direzione avanti-dietro e lo trapassa, avrebbe potuto senz´altro cogliere Moro, come concretissima possibilità . Nessun cecchino può garantire dove va a fermarsi il suo proiettile, o l´esatta cinetica dei suoi eventuali rimbalzi e sue eventuali deviazioni e trafitture multiple in abitacolo stretto e chiuso.

Il punto logico non è che Moro sarebbe uscito illeso come prova la sua autopsia ; il punto è l´impossibiltà di garantire la sua incolumità in partenza, nella pianificazione tattica di un agguato del genere, con il sequestrando a pochi centimetri dai massacrandi.

Dunque se davvero Moro fosse stato nella 130, può logicamente significare solo che a kissinger e compagni di merende non importava assolutamente nulla se ne uscisse vivo morto o ferito : il che è assurdo, perché a quel punto lo avrebbero fatto saltare in aria subito con gli altri e buonanotte.

A proposito sempre di pianificazione militare, il cui scopo data l´importanza globale e strategica della posta in gioco in questo caso, non può che essere ridurre l´alea a tendente a zero: si tenga conto che Moro, pur essendo un uomo eccezionalmente coraggioso, aveva pur sempre 61 anni quel 16 marzo del 1978 : il trovarsi in mezzo a una improvvisa, anche se messa in conto da tempo, sparatoria di tale entità, era cosa da far possibilmente cedere il cuore anche a un veterano del Vietnam. Invece lo si voleva vivo.

Togli Moro dalla 130, e tutta la strutturazione dell´agguato in ogni sua fase ridiventa d´incanto logica e coerente, e relativamente facile la mattanza, perché tale fu : quel tiro al bersaglio tanto paventato dal povero Leonardi.

Al primo proiettile, quello che fora il parabrezza in alto della 130, corrispondono da dietro, i 3 fori nel lunotto dell´alfetta di scorta, di cui parla nessuno... 3 colpi di cecchino posteriormente appostato in alto, indirizzati al povero Giulio Rivera l´autista dell´alfetta di scorta. Osservateli bene, li trovate ovunque sul web, a partire da frajese su youtube, poi vi darò citazioni precise dove si vedono particolarmente bene. Li troviamo solo nei filmati d´epoca, perché terroristi di regime per inquinare le prove hanno demolito quel lunotto e ora non esiste più - il che ha fornito la scusa all´ascientifica per omettere quei 3 fori dalla loro vergognosa e depistante ricostruzione in 3D.

Invece avrebbero ben potuto ricostruire le traiettorie di quei proiettili dai filmati e foto d´epoca. Ovvio che quei 3 fori, tutti a sinistra del lunotto, tutti dunque con Giulio Rivera l´autista come obbiettivo ( Iozzino infatti era seduto a destra), sono frutto di spari dall´alto : ben più difficile, ai limiti dell´impossibile, sarebbe stato produrre quei fori da sinistra, dal piano strada, o anche da destra del piano strada. Osservateli qui, a 3´34´´ :

https://www.youtube.com/watch?v=V3y7FnTF15Q



Dunque o sono stati casimirri e lojacono, che presuntamente stavano al cancelletto superiore ma secondo la vulgata non avrebbero sparato - o sono stati tiratori scelti dall´alto, appostati a finestre o balconi di via Fani, probabilmente dal lato sinistro di essa rispetto al senso di marcia del convoglio, in quanto presentano asse obliquo più lungo :

http://www.expertwitnessnews.com/lateral-angle-determination-bullet-holes-windshields/

Colpi singoli di cecchini, sparati ad auto ancora in movimento, anche se in rallentamento per via dello stop, come attestano i frammenti dei vetri dei finestrini in terra dietro ai finestrini stessi di qualche metro.

Aveva dunque ben ragione Mino Pecorelli : l´agguato di via Fani è un atto di guerra, preparato e attuato con tattica militare da professionisti addestrati in scuole di guerra di altissimo livello - i tiratori scelti dall´alto - e da manovalanza reclutata su piazza, ma comunque preparata militarmente, per il piano strada. Il tutto è coordinato via radio da guglielmi camillo e altri agenti di gladio.

Il via è dato da cecchini militari dall´alto che centrano i 2 autisti di Moro. Gli agenti di destra, Leonardi Zizzi e Iozzino, escono istantaneamente dalle auto con le armi in pugno - pistola per Iozzino, M12 per Zizzi e Leonardi. Forse sono feriti, perché cecchini appostati lateralmente in alto, sul civico 106, hanno cominciato a sparare attraverso i finestrini . E non è detto che non sia uscito anche Rivera, forse solo ferito (vedi infra per questo). Almeno 2 agenti riescono a fare fuoco, Iozzino e Zizzi o Leonardi, e a colpire sia il primo e secondo piano di via Fani 106, dove evidentemente hanno avvistato almeno uno dei cecchini dall´alto, sia uno o più dei "brigatisti" sul piano strada, come attesta la pozza di sangue in una delle auto usate per la fuga attestata dall´agente Adelmo Saba alla Moro 2 : perché qualcuno avrebbe dovuto alzare il tiro, se non perché vide cecchini dall´alto ? Ma andiamo con ordine :

http://www.gerograssi.it/cms2/file/casomoro/DVD12/0018_005.pdf

Si tratta della relazione balistica Benedetti/Salza, depositata il 21.12.1994. A p. 27 di 81 digitale, abbiamo descrizione dei proiettili rinvenuti nelle immediate adiacenze. Mi soffermo solo sui reperti che mi interessano. Noto però e sottolineo che diversi proiettili erano stati catalogati senza indicazione di luogo di reperimento. Quindi possono benissimo provenire anch´essi da piani sopraelevati. Iniziamo dal reperto 11 a p. 33 di 81 :

" Frammento di nucleo in piombo di pallottola di calibro e marca imprecisabile, che fu trovato nell'appartamento del dr. CUCCO al 2° piano di uno stabile che non è stato indicato . Pesa 3,481 grammi (foto n° 101) " . Tenuto conto che per il catasto, il piano rialzato è detto primo piano, questo secondo piano potrebbe in realtà essere un primo piano, ma il discorso non cambia molto ai fini dei tiri dall´alto.

Lo stabile non indicato è il civico 106 di via Fani, come risulta dall´elenco del telefono del 1978, che attesta un Fabrizio Cucco colà, notizia fornitami dalla cortesia di amici. La pallottola è frammentata. Non mi risulta che Fabrizio Cucco sia mai stato interrogato. Incredibile. Potete vedere il 106 (ultimo palazzo a destra del senso di marcia del convoglio di Moro ) molto bene qui :

http://contropiano.org/documenti/2017/10/04/

Purtroppo le foto non sono numerate, ma scorretele e troverete. Si capisce subito che non si può colpire dal piano strada non dico il secondo piano di cucco, ma nemmeno il piano rialzato (primo piano catastale, dunque subito sotto cucco) senza mirarci deliberatamente per qualche motivo.

Su pagine bianche non trovo nessun Cucco attualmente (2019) a via Fani. Ma ripeto : risulta nell´elenco telefonico del 1978 come abitante in via Fani 106. Però la cosa stranissima è che, incrociando dati catastali con dati anagrafici, un cucco fabrizio risulta effettivamente risiedere a Roma negli anni ´70 insieme con la moglie cuniolo maria grazia, ma NON a via Fani 106 - almeno, non ufficialmente. Ne riparleremo tra poco, è un indizio importantissimo. Riassumo sin qui : cucco fabrizio è registrato nell´elenco del telefono del 1978 come abitante a via Mario Fani 106 : ma questo non risulta all´anagrafe. E nemmeno al catasto, ma i dati digitali del catasto da me consultati partono dal 1988.

A parte il notare la solita deliberata sciatteria dei catalogatori, ovvio che una pallottola che arriva al secondo piano dal piano strada è sospetta : come è giunta così in alto ? Purtroppo essendo lo stato del reperto quel che è, non è possibile attribuzione ad arma stando alla perizia.

Ma qualcuno ha sparato rivolgendo l´arma verso l´alto. Potrebbe averlo fatto perché ferito, dopo aver perso il controllo. Oppure lo ha fatto deliberatamente per colpire un cecchino a quel misterioso secondo piano. E anche al primo, come vedremo.

Ripeto : qualcuno ha sparato al 106, mirando in alto. Chi altri poté essere, se non Zizzi e/o Leonardi e/o Iozzino ?

Comunque, quella pallottola ( e altre che vedremo) su Fani 106 sta a dimostrazione ulteriore, casomai ve ne fosse ancora bisogno, che vi erano cecchini appostati in alto - come in ogni agguato che si rispetti. È tatticamente, logicamente inconcepibile un agguato militare in cui si spari dal piano strada, o solo dal piano strada, alla stessa altezza di bersagli armati e addestrati a reagire : sia Leonardi sia Iozzino almeno, stando a mie fonti, erano tiratori scelti. E gli altri 3 erano comunque i migliori nelle loro specialità. Gli agguati si fanno appostandosi in alto .

Sempre a p. 33 di 81 della perizia balistica benedetti/salza, il reperto 12 è :

" Blindatura di pallottola cal. 9 Parabellum di marca Fiocchi, del peso di 0,87 grammi, che è contenuta nello stesso sacchetto assieme ad un bottone metallico per uniforme di Carabiniere e che fu trovata da CUNIOLO Maria Grazia nella camera da letto della sua abitazione di via M.Fani n.o 106 - scala A - int. 4 (vedi foto n. 102). Per quanto mancante di una grossa porzione di metallo lato del fondello è ancora visibile la zona cilindrica della blindatura su cui sono visibili le tracce lasciate da una rigatura assolutamente irregolare; valgono quindi, per questa pallottola, tutte le osservazioni di cui al precedente punto 1)."

Il punto è : a che piano è questo interno 4 ? In base a dati catastali, questo int. 4 della scala A è da collocare al secondo piano - sempre tenuto conto che il piano rialzato è catastalmente il primo piano. Via Fani 106 constava allora di 3 edifici - tralasciando per ora quello in mezzo che non si capisce dalle stranamente incomplete planimetrie catastali che cosa sia e a cosa serva, vi erano una palazzina A e una palazzina B, dette anche scala A e scala B. Come è finito questo frammento di pallottola nella camera da letto della signora ? Cuniolo maria grazia non risulta su pagine bianche a via Mario Fani 106 proprio come non vi risulta il marito cucco fabrizio. Ma vedremo che questi due sono con certezza quasi assoluta, a meno di doppia omonimia e altre coincidenze meno probabili di una vincita al totocalcio, marito e moglie e che dunque i due reperti o frammenti di pallottole numeri 11 e 12 della benedetti/salza appartengono allo stesso appartamento : via Mario Fani 106, scala o palazzina A, interno 4, secondo piano (tenendo conto che il piano rialzato del dottor de chiara, dove piovono altri proiettili della scorta, di cui parleremo infra è catastalmente denominato primo piano, e dunque stava proprio sotto a cucco/cuniolo).

La relazione della scientifica alla Moro 2 del 2015 parla di una cuntolo [sic] maria grazia in cucco. Dati catastali e anagrafici incrociati ci dicono che la coppia che cerchiamo è invece questa :

lui : cucco fabrizio, nato a Biella il 3.5.1944

lei : cuniolo maria grazia in cucco, nata a Desenzano del Garda il 13.12.1948.

Non li sto affatto accusando con certezza probatoria di aver ospitato cecchino/i il 16.3.78 ; ma non è da escludere che lei e il marito da giovani siano stati complici nella strage di via Fani, se non altro in funzione logistica - cioè ospitando uno dei cecchini nato dall´alto. Spetta alla magistratura accertare questo : ma la magistratura ha fatto la gnorri per 41 anni, dunque spetta a noi popolo italiano !

Interesserebbe molto sapere da quando a quando cucco/cuniolo occuparono Fani 106, ovviamente perché se la loro occupazione fu a cavallo della strage e basta, come quella di moscardi/iannaccone al 109, allora è molto probabile che furono anche loro complici. Ebbene : i dati anagrafici ci dicono che cucco fabrizio non ha mai avuto il suo domicilio fiscale (= residenza anagrafica) a via Mario Fani 106 : il giorno della strage, il suo domicilio fiscale era in via Fezzan 41 a Roma - lontanissimo da via Fani : a via Fezzan abitò dal 15.5.1977 al 31.5.1989, verosimilmente con la moglie cuniolo maria grazia in cucco.

Dunque : che ci facevano costoro a via Fani 106, scala/palazzina A, int. 4, piano secondo, il 16.3.1978 ? Certo, potevano benissimo aver in uso questa come seconda casa, ma non risulta all´anagrafe che mai vi abbiano eletto domicilio ufficiale. Né risulta al catasto, i cui dati digitali da me visionati però partono dal 1988. Dal 1988 in poi, cucco/cuniolo non risultano accatastati a via Mario Fani 106. E mai vi risultano avervi abitato ufficialmente per l´anagrafe. Per l´anagrafe, all´epoca della strage essi abitavano in via Fezzan 41. Non è impossibile, però è rimarchevole che 2 giovani di 33 (cucco) e 29 (cuniolo) anni avessero, al 16.3.78, ben 2 appartamenti a disposizione, e che appartamento, quello di Fani 106: consta di 6,5 vani in base ai dati catastali dal 1988 ; mentre via Fezzan 41 è lontanissima, molto più modesta, squalliduccia e piccoloborghese :

https://www.google.com/maps/place/Via+Fezzan,+41,+00199+Roma+RM/@41.928153,12.5238914,127a,35y,45t/data=!3m1!1e3!4m5!3m4!1s0x132f615bde61cf8f:0x5a320d175c4c0c8c!8m2!3d41.9293005!4d12.5238092

A che servì loro dunque, e da chi fu loro messo a disposizione, l´appartamento di via Fani 106 contro cui spararono una o due pallottole membri della scorta di Moro ? Come si può non sospettare che cucco e cuniolo siano coinvolti quanto meno nella logistica della strage, se non altro come prestanome per i criminali che plausibimente usarono quel balcone o finestre affacciantisi su via Fani/Stresa per piazzarvi uno o più cecchini che massacrarono gli agenti ?

Attualmente il proprietario dell´appartamento scala A, int. 4 risulta al catasto averlo ereditato nel 2007 verosimilmente dalla madre, fiordeponti m. teresa, deceduta. Ma fino al 28.8.2006, l´appartamento era appartenuto, dal 1988 (da quando cioè partono i dati digitali catastali da me consultati) alla "cooperativa edilizia via mario fani angolo via stresa", dunque è possibile che detta cooperativa fosse anche intestataria al 16.3.78. Lo accerterò. Come va accertato chi fossero i soci comproprietari di detta cooperativa.

Dal 1988 in poi, e fino ad oggi (1.4.2019) cucco/cuniolo risultano al catasto come comproprietari in comunione di beni di un garage di 20 mq a via Cina 450, Roma. Il domicilio fiscale di cucco fabrizio risulta all´anagrafe essere il medesimo : via Cina 450, Roma, zona eur/torrino, a partire dal 31.5.1989, e fino al 2004. Un´altra zona lontanissima da via Fani. Dal 30.4.2004, cucco risulta residente a Desenzano del Garda, via san Zeno 90, CAP 25105, in provincia di Brescia - il paese natale di cuniolo. La cosa strana è che lei però risulta anagraficamente abitare al medesimo indirizzo dal 31.5.1999.

Insomma, ce n´è già davvero abbastanza per chiedersi cosa facessero cucco e cuniolo a Fani 106 il 16.3.78 - e perché la scorta spara al loro appartamento. E dove fossero loro due, il 16.3.78 tra le 9 e le 9.15 del mattino.

Ancora un conoscente su via Fani 106 :

" Ho tutte le visure; molti rogiti sono del nataio fenoaltea, uno dei Servizi , parente dell'ambasciatore fascista e piduista fenoaltea; molte unità locali sono sempre, dal 1962 in poi, intestate alla Cooperativa Fani-Stresa; ho anche le mappe e i nomi (Ferrari B. ecc. ecc.) che abbiamo già trovato. "

Via Fani 106 è un civico interessante. Stando a google, sta a 40 metri dall´agguato - da Fani/Stresa. Tenendo conto della lunghezza del convoglio, diremo a 30 metri circa dalla sua coda. Molto vicino. Ancor più vicino e quasi di fronte all´inizio dell´agguato, se ricordiamo che questo inizia con le auto ancora in movimento, quindi distanti decine di metri dall´incrocio. Come sono finite queste pallottole a 30 metri o 40 , o anche molto meno, al primo e al secondo piano ? Qualcuno - qualcuno della scorta plausibilmente - sparò rivolgendo l´arma in alto verso primi e secondi piani.

La benedetti/salza ( p.64 di 81) riporta anche di una blindatura di proiettile trovata in un armadio nell´appartamento del dottor Chiara al piano terra di un civico imprecisato, che la Moro 2 ha appurato essere ancora il 106. Ciò è importantissimo, perché stando ai periti, quella pallottola proviene da mitra M12 - quello che avevano in dotazione i capiscorta Leonardi e Zizzi. Questo mitra sarebbe poi stato ritrovato sempre stando alla perizia, a casa di un certo falcone piero nel 1980. Penso si tratti di uno dei due M12 della scorta fatto sparire dopo la strage.

In ogni caso : questo proiettile trovato in casa del dottor Chiara è calibro 9 parabellum come quello trovato in casa cuniolo al primo o secondo piano di Fani 106.

Ancora : la benedetti/salza a p. 27 di 81 descrive un secondo proiettile e un frammento del primo ritrovati sempre nel medesimo appartamento del dottor Chiara e nel cortile rispettivamente :

anche la seconda pallottola, estratta dal muro, è calibro 9 parabellum.

Ho trovato qui :

https://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/010/00000007.pdf

(relazione finale della scientifica alla Moro 2, p.12 di 16 al cursore)

il seguente brano :

"Sono state acquisite, infatti, le dichiarazioni di Giovanni De Chiara, che abitava in via Fani 106, al piano terra, e di Eleonora Guglielmo, allora « ragazza alla pari » presso l’abitazione di De Chiara.

Non risulta che tali due testimoni oculari siano mai stati ascoltati in precedenza, o almeno non che siano state verbalizzate le loro dichiarazioni.

Giovanni De Chiara ha ricordato di essere tornato verso casa la mattina del 16 marzo 1978 dopo aver accompagnato i bambini a scuola, di aver udito colpi di arma da fuoco e di aver visto allontanarsi a sinistra, su via Stresa, una motocicletta con a bordo due persone, delle quali una

aveva sparato verso qualcuno.

Eleonora Guglielmo ha riferito ai collaboratori della Commissione di aver sentito la voce di una persona anziana che gridava « lasciatemi, lasciatemi » e poi voci che dicevano « achtung,

achtung ». La signora Guglielmo quindi scorse alcune persone che spingevano un uomo dentro un’auto, che partì immediatamente, e vide partire anche una motocicletta di grossa cilindrata; l’auto andò nella stessa direzione della motocicletta che l’aveva accompagnata, dirigendosi da via Fani in direzione opposta verso via Stresa. La motocicletta aveva a bordo due persone; il passeggero aveva capelli di colore scuro, con una pettinatura a chignon e un boccolo che scendeva e pertanto la signora Guglielmo ritiene che fosse una donna.

La teste ha, altresì, riferito di aver ritrovato nel giardino dell’abitazione, due o tre ore dopo la strage, una fotografia Polaroid raffigurante due persone su una motocicletta e di averla consegnata

ad una persona in abiti civili, di cui non ricorda altri dettagli. Ha specificato che le persone ritratte nella fotografia erano due giovani, un uomo e una donna, dei quali si vedevano chiaramente i volti sebbene indossassero il casco." :

tutte menzogne.

Comunque procediamo per gradi : de chiara non parla di proiettili né qualcuno gliene chiede ! Ma dove stanno i verbali originali di queste 2 dichiarazioni ?

Perché mai de chiara va lui a accompagnare i bambini a scuola , che ce l´ha a fare la ragazza alla pari ?

E poi alle 9 di mattina di un giovedì feriale che fa, torna a casa ? Non faceva nulla nella vita il de chiara ? Non era dottore ?

Notate come non c´è nessun dettaglio specifico che consenta di posizionare de chiara e capire se davvero poteva vedere la fantomatica motocicletta. Idem per quel che segue della guglielmo.

Quanto alla guglielmo che recita il copione di regime sulla persona anziana che grida lasciatemi lasciatemi , è talmente pietosamente attrice da non meritare che stroncature.

Gli achtung achtung servono ovviamente a sancire la presuntissima presenza della raf a fani : sparatevi. Ma dov´era la Guglielmo ? In strada è difficile, perché si sarebbe trovata in mezzo al fuoco incrociato. Era in casa ?

E nonostante i 2 in motocicletta indossassero il casco, almeno se la moto della presunta polaroid è la stessa che avrebbe visto lei, riesce pure a vedere il colore dei capelli e lo chignon ? .

La moto potrebbe esser solo un altro assurdo depistaggio,non esser mai esistita, de chiara e la guglielmo potrebbero essere 2 terroristi di regime, oppure esser stati costretti a firmare un verbale falso.

Idem per la foto polaroid che potrebbe non esser mai esistita ma serve a persuadere la gente che siccome c´era la foto, c´era la moto. Foto>moto...Ma la foto non c´è, non si sa che fine abbia fatto, e manco la moto.

E NESSUN COMMISSARIO CHIEDE LORO DELL´ UNICA COSA VERAMENTE IMPORTANTE QUI : I FRAMMENTI DI PROIETTILI RITROVATI IN MURO, CASA E GIARDINO DEL DOTTOR CHIARA CITATI NELLA BENEDETTI/SALZA.

QUESTO DOTTOR CHIARA DELLA BENEDETTI NON PUÒ CHE ESSERE IL GIOVANNI DE CHIARA DEL 106 DELLA FIORONI : NOTATE COME LA GUGLIELMO SOSTITUISCA, DEPISTANDO INVOLONTARIAMENTE O DELIBERATAMENTE , IL FRAMMENTO DI PROIETTILE TROVATO NEL CORTILE CON UNA FANTOMATICA FOTO POLAROID CHE INSABBIA TOTALMENTE IL FATTO ORMAI PROVATO CHE ZIZZI E/O LEONARDI SPARARONO CON L´ M12 ALMENO UNA RAFFICA DI MITRA CONTRO IL 106 PERCHÉ EVIDENTEMENTE LO AVEVANO INDIVIDUATO COME PROVENIENZA DI TIRI SULLA SCORTA.

ANCHE LA FANTOMATICA MOTO SERVE ALLO STESSO SCOPO : DEPISTARE DAI PIANI ALTI AL PIANO STRADA, INSABBIARE LA REAZIONE DELLA SCORTA E IL FATTO PALESISSIMO CHE TUTTI DICO TUTTI I MEMBRI DELLA SCORTA FURONO COLPITI ANCHE DA TIRI DALL´ALTO.

Il proiettile di casa Cucco al secondo piano è detto troppo danneggiato per stabilirne il calibro, ma è chiaro che potrebbe esser sempre lo stesso M12 di Zizzi o Leonardi ad aver preso di mira il 106.

Appunto un fenomeno, non dico ancora sia regola, ma osservo che quelli che con fondata probabilità furono coinvolti nella logistica e esecuzione e poi disinfo per la strage di Fani, abitarono o comunque ebbero base a Fani solo a cavallo della strage, temporalmente parlando : ad esempio il duo moscardi/iannaccone. Così anche il de chiara o dottor chiara del 106 è detto nella relazione aver abitato, non abitare a Fani 106. E al catasto digitale non risulta come intestatario di appartamento a via Fani 106 dal 1988 a oggi. E abbiamo visto supra come cucco/cuniolo del secondo piano, risultino aver avuto come domicilio fiscale all´epoca via Fezzan 41, da tutt´altra parte di Roma ! Né mai risultano all´anagrafe come domiciliati fiscalmente, cioè residenti, a via Mario Fani 106. Dunque se al 16.3.78 abitavano lì, a che titolo vi abitavano ? La cooperativa fani/stresa, intestataria probabile dell´appartamento all´epoca, glielo affittava ? Che ci facevano con due appartamenti ? Da quando a quando esattamente abitarono non ufficialmente a Fani 106 ( SE vi abitarono davvero, e non funsero solo da prestanome ad esempio) ? Ravenni mariangela in fiani, l´inquilina del terzo piano, posto sopra cucco/cuniolo, anch´essa risulta comproprietaria col marito di un appartamento a tutt´altro indirizzo a partire dal 1980...

Ancora la relazione della scientifica alla Moro 2 :

http://www.gerograssi.it/cms2/file/casomoro/DVD20/0197_003.pdf

p. 16 del cartaceo, 19 di 22 al cursore :

" Si riportano i dati acquisiti dal sopralluogo relativamente all’ala destra dell’ultimo stabile contrassegnato con il civico 106 è [sic] ubicato sul lato destro di via fani direzione via

camilluccia. " : lo vedete bene qui, ancora :

http://contropiano.org/documenti/2017/10/04/

Le foto non sono numerate, ma è la sedicesima.

Il civico 106 di via Fani, al 16.3.78, constava di 3 edifici separati. Qui si sta parlando della palazzina A, come dice la benedetti/salza quando parla di cuniolo :

a p. 33 di 81, il reperto 12 è :

" Blindatura di pallottola cal. 9 Parabellum di marca Fiocchi, del peso di 0,87 grammi, che è contenuta nello stesso sacchetto assieme ad un bottone metallico per uniforme di Carabiniere e che fu trovata da CUNIOLO Maria Grazia nella camera da letto della sua abitazione di via M.Fani n.o 106 - scala A - int. 4 (vedi foto n. 102). " :

questo è quanto asserito dalla benedetti/salza.

Invece nella relazione della scientifica alla Moro 2 leggiamo :

" In particolare sono state rilevate delle escavazioni nella struttura muraria e dei fori negli infissi di due finestre del bagno e nell’appartamento della famiglia De chiara ed altri nella struttura posta a protezione della finestra e nel soggiorno dell’appartamento della famiglia Cucco.

In ultimo risulta che in data 23/03/78 la sig. Cuntolo [sic!] Maria Grazia in Cucco consegna, al personale del commissariato monte mario, un frammento di proiettile rinvenuto nella camera da letto della sua abitazione " :

mi appunto che parrebbe, se davvero la signora consegnò il frammento sua sponte, doversi concludere che lei non fu complice e non ospitò cecchini, altrimenti non sarebbe stato nel suo interesse consegnare quel frammento che attesta che la scorta sparò al suo appartamento. E tuttavia, non si può neppure escludere che lo abbia fatto per precostituirsi un alibi, per mostrarsi innocente e collaborativa con la giustizia. Anche moscardi tullio e la moglie iannaccone maria furono sentiti dalle autorità alla fine dei ´70, e resero testimonianze su fantomatici diabolik complici della strage, e renault rosse etc. - ma fatto sta che la mini cooper dietro la quale sparò uno dei killer del piano strada, era proprio del moscardi, ex membro della x mas e poi dei servizi deviati... Sospendo il giudizio dunque per ora su cuniolo maria grazia in cucco e cucco fabrizio - restano sospetti.

Nella relazione alla Moro 2 del 2015, la sciatteria depistante della scientifica tocca vette sublimi : anzitutto qual è la fonte delle osservazioni citate ? Non penso che escavazioni e fori sussistessero ancora dopo quasi 40 anni, dunque qual è la fonte qui ?

Cominciamo col rilevare che, se almeno il dato delle escavazioni al plurale e dei fori al plurale da de chiara e cucco è vero, allora Zizzi e/o Leonardi spararono parecchi colpi verso il 106.

La relazione della scientifica la chiama CUNTOLO, invece si chiamava cuniolo.

E alterare i nomi dei coinvolti, cose tipo ranti per rauti al catasto, è tipico depistaggio di ogni terrore di regime (ricorderete l´usama bin laden dei poster fbi invece di osama della vulgata

massmediatica).

Lei era la signora CUNIOLO MARIA GRAZIA IN CUCCO.

Vorrei ancora notare la stranezza tra le stranezze che il bagno di de chiara è detto avere due

finestre : mai visto un bagno con due finestre, ma tant´è, a via Fani tutto pare possibile.

Ricordate la regoletta che mi appuntavo poc´anzi : che i complici della strage abitarono a Fani solo ad hoc e poi se la filarono, come moscardi/iannaccone ? Per la stessa ragione, e altre dette supra, e altrissime che diremo, i seguenti individui sono altamente sospetti di complicità con la strage di via Fani, se non altro nel ruolo logistico e disinformator/depistatore :

- DE CHIARA GIOVANNI alias DOTTOR CHIARA nella benedetti

- GUGLIELMO ELEONORA

- CUNIOLO MARIA GRAZIA IN CUCCO

- CUCCO FABRIZIO

- RAVENNI MARIANGELA IN FIANI

A meno che ovviamente, i verbali delle loro dichiarazioni non siano stati manipolati per far loro dire cose che non dissero o non dissero in quel preciso modo.

Ritengo non sia da escludere che de chiara, cucco e cuniolo o almeno parte di essi misero i loro appartamenti a disposizione per i cecchini.

Non sto accusando nessuno con certezza probatoria. Non intendo calunniare o diffamare alcuno. Sto dicendo che vi sono pesanti indizi che la scorta sparò al 106 perché ne provenivano tiri dall´alto, e dunque sto invitando la magistratura a svolgere tutti gli accertamenti necessari su de chiara giovanni, guglielmo eleonora, cucco fabrizio, cuniolo maria grazia e ravenni mariangela in fiani.

I più sospetti per me, ripeto senza voler spacciare false certezze, parlo solo di sospetti, ma fondatissimamente, sono cucco fabrizio, che non mi risulta essere mai stato audito dalle autorità se non altro come testimone della strage, visto che affacciava proprio sul tratto dell´agguato ; e la moglie, cuniolo maria grazia, che a parte la menzione della consegna da parte sua del frammento di proiettile trovato nella sua camera da letto al commissariato monte mario, non è mai stata audita come teste perlomeno, nemmeno lei. Invece de chiara e la sua au pair guglielmo sono stati auditi, o meglio schein-auditi, anche se per interposta persona, dalla Moro 2 che ha acquisito loro dichiarazioni ; e ravenni mariangela in fiani del terzo piano fu audita nel 1978, interrogata come teste dal commissariato monte mario. Perché solo cucco e cuniolo non furono interrogati ? Eppure in casa loro, al secondo piano, piovvero proiettili attraverso l´imposta della finestra, nel soggiorno e in camera da letto !

Continuiamo con la relazione della scientifica, pp. 16 sq. :

" Nell’appartamento della famiglia de chiara, sito al piano terra dello stabile, sono stati evidenziati e rinvenuti:- nella struttura muraria esterna:

- 3 escavazioni nel tratto di muro tra la finestra del bagno e lo spigolo dello stabile a m 2,50 dal pavimento

- un frammento di proiettile si rinviene sul pavimento sottostante le escavazioni

- due fori con margini frastagliati nel pannello di vetro della finestra del bagno.

Il primo foro, del diametro di cm 2,5, con tipico cratere dal lato interno, a cm 20 dallo stipite destro e a cm 200 dal pavimento.

Il secondo foro, del diametro di cm 1,5, con tipico cratere dal lato interno a cm 15 dallo stipite destro e a cm 210 dal pavimento.

Un foro con i margini introflessi del diametro di cm 1,5, nella parte interna architrave della porta del bagno, che comunica con il disimpegno. Detto foro trova corrispondenza nella parte esterna del telaio con altro foro che si presenta più grande e con i margini estroflessi.

In corrispondenza della porta del bagno, addossato alla parete posteriore del disimpegno, è ubicato un armadio a muro a sei ante, tre superiori e tre inferiori. Nello sportello inferiore destro, che si trova in corrispondenza della porta del bagno, si rilevano, ad una altezza di cm. 250 dal pavimento, due fori del diametro di cm. 1,5 che trovano corrispondenza con altrettanti fori che si

presentano più grandi e con i margini sollevati. Sul ripiano interno del primo scomparto dell’armadio si rinviene un frammento di proiettile.

Nella parete posteriore del disimpegno, a destra dell’armadio e di fronte alla porta del bagno, sopra

l’architrave della porta che immette nell’ingresso, si rinviene a cm. 15 dallo spigolo superiore dello stipite destro un’escavazione nella struttura muraria nella quale si rinviene un proiettile."

Fanno almeno 3 proiettili - e ricordiamo che la benedetti/salza, che li considera 2 e non 3, afferma trattarsi di proiettili di M12.

A leggere con attenzione la classificazione delle armi che spararono i proiettili attribuibili ( ve ne sono molti non attribuibili ad arma) che attinsero scorta e loro macchine, si nota che NESSUNO DI ESSI È ATTRIBUITO DA BENEDETTI/SALZA A M12.

Dunque non può essere il presunto M12 del presunto fiore ad aver sparato quei colpi al 106. Né il presunto fiore avrebbe avuto alcuna ragione di mirare così in alto ! Devono esser stati Leonardi o Zizzi con i loro prima di cadere. Non c´è più alcun dubbio su questo. Dall´alto del 106 si sparava alla scorta, i capiscorta se ne accorsero e provarono disperatamente a reagire con l´ M12. Ecco perché i loro M12, o almeno uno di essi non ho capito ancora bene, fu fatto sparire da chi inquinò la scena subito dopo la strage : perché nessuno doveva sapere che la scorta aveva sparato a cecchini dall´alto. Ed ecco perché fu poi diffuso dalla disinfo di regime il demenziale fattoide che i capiscorta erano 2 deficienti che avevano gli M12 chiusi nei portabagagli nella giornata più tesa nella storia d´Italia dalla fine della seconda guerra mondiale !

La vulgata di regime ha voluto farci credere per 41 anni che gli eroici agenti della scorta fossero degli incapaci se non anche dei vigliacchi. Ci fu un violentissimo conflitto a fuoco.

Né questa evidente conclusione circa i tiri dall´alto, e la risposta armata di Zizzi e/o Leonardi con l´M12, è inficiata dal fatto che l´appartamento del de chiara è detto al piano terra - i segni dei colpi stanno per lo più a 2 metri e mezzo di altezza, e inoltre non dobbiamo visualizzare detto appartamento come un basso napoletano a livello strada, bensì più come un piano rialzato come osservava Agora, il che aumenta ancora l´altezza. Al catasto ho appurato che trattasi effettivamente di piano rialzato, catastalmente detto piano primo. Dunque, in posizione sopraelevata rispetto alla scorta di Moro. Come vedete benissimo nella foto del 106 linkata due volte supra.

36,89 mb di depistaggi e menzogne : ecco la relazione della scientifica alla Moro 2.

Però speriamo sia attendibile almeno la descrizione dei proiettili repertati, e dunque entriamo ora in casa cucco, del dottor fabrizio cucco, via mario fani 106, scala A, int. 4, secondo piano :

" nell’appartamento della famiglia cucco, sito al secondo piano dello stabile, sono stati evidenziati e rinvenuti:

un foro, dai margini introflessi, nella porta finestra del soggiorno, sulla faccia esterna del sesto elemento della serranda, a m 1,90 da pavimento; un’escavazione nel nono elemento della serranda;

un’escavazione nella struttura muraria del muro esterno sovrastante l’architrave della finestra;

un foro, dai margini frastagliati, del diametro di cm 4, con caratteristico cratere dal lato interno, nel pannello di vetro centrale dell’imposta interna, in corrispondenza del foro sul sesto elemento della serranda.

Due piccole escavazioni nella parete posteriore del soggiorno tra la

porta del corridoio e l’angolo posteriore destro a m. 2,50 dal pavimento;

un´escavazione nel soffitto a pochi centimetri dal lampadario;

sul lato destro del pavimento dello stesso soggiorno si rinviene un

frammento di proiettile. " :

aiutatemi a contare : fanno almeno 3 proiettili, che aggiunti ai 3 di casa de chiara, fanno 6.

Una cosa è certa : nessun altro aveva alcuna ragione di tirare al secondo piano di Fani 106 se non Zizzi e/o Leonardi e/o Iozzino. E l´unica ragione per farlo era che da lì, o da lì vicino, gli stavano sparando addosso.

Aveva dunque ragione il brillante volo pindarico di Agora e del suo anonimo amico con cui discusse di questo una sera di aprile del 2018 :

alla scorta spararono cecchini dall´alto, e almeno uno se non più, stava/stavano appostati a qualche balcone o finestra di Fani 106, probabilmente quelli di casa de chiara e casa cucco/cuniolo, o comunque nei pressi.

Nessuno dei quali abita più lì...ricordate la regoletta.

Dunque se la scientifica almeno su questo è nel vero, allora siamo a via Fani 106, scala A ( in realtà si tratta di una palazzina separata dalle altre due) : piano rialzato (= primo piano catastale) per de chiara, piano secondo (= il primo sopra de chiara) per cuniolo/cucco all´interno 4. E aggiungiamo ravenni mariangela in fiani al terzo piano, sopra cucco/cuniolo.

Forse i tiri disperati di M12 di Zizzi e/o Leonardi diretti agli appartamenti di detti soggetti o parte di essi, furono errori di tiro - O FORSE NO.

Mi appunto anche una mera ipotesi : che la presenza di due dottori alle possibili postazioni di cecchini (il dottor de chiara e il dottor cucco : sempre se quel dr sta per medico e non per notaio avvocato etc.) poté forse essere stata programmata in caso di necessità di primo soccorso a cecchini eventualmente feriti dalla scorta.

Insomma, da un qualche punto o più punti in alto del 106 si sparava addosso alla scorta, e forse Leonardi e/o Zizzi spararono alla disperata verso di esso, perché magari non vedevano il o i cecchini ben nascosti alla vista sul tetto o chissà dove.

Ripeto : a leggere con attenzione la classificazione delle armi che spararono i proiettili attribuibili ( ve ne sono molti non attribuibili ad arma) che attinsero scorta e loro macchine, si nota che NESSUNO DI ESSI È ATTRIBUITO DA BENEDETTI/SALZA A M12.

Zizzi dovette avere il mitra M12 in dotazione, in mano a Fani, e non nel portabagagli come vuole la leggenda urbana della vulgata. Guido Zecca, dirigente dell´ispettorato generale presso il viminale, dichiara questo alla Moro 1 il 7.11.80 :

" sono sicuro che [ Zizzi ] al momento in cui ci ha rimesso la vita, impugnava il mitra, così come gli era stato raccomandato di fare, mitra che poi gli fu sottratto [...] dagli assalitori. "

http://www.fontitaliarepubblicana.it/documents/479-volume-06-ocr.html

p. 67 ( 73 ).

Se invece di essere stati in mano a Leonardi e Zizzi, e poi sottratti ad essi, gli M12 fossero davvero stati nei portabagagli, ora dove sono ? Come avrebbero potuto essere sottratti dalla scena del

crimine ?



SPERO VIVAMENTE SIA ORMAI CHIARO COME IL SOLE A TUTTI QUEL CHE AGORA PUBBLICO´ IL 24.4.2018, E CHE IO HO ARGOMENTATO ULTERIORMENTE A IOSA E CHE ORA È UN FATTO ACQUISITO E INCONTROVERTIBILE : CECCHINI MILITARI SPARARONO DALL´ALTO ALLA SCORTA IN VIA FANI COME IN OGNI AGGUATO CHE ABBIA UN SENSO E IN CUI SAREBBE DEMENZIALE E SUICIDA AFFRONTARE 5 ARMATI SOLO DA POCHI METRI SUL PIANO STRADA.

QUEL CHE STO CERCANDO ORA DI SCOPRIRE È LA POSIZIONE ESATTA DEI CECCHINI, IL LORO NUMERO E IL LORO NOME, E CHI FORNÌ LORO LA LOGISTICA: QUALCUNO DOVETTE PUR APRIRGLI IL 106 ETC. PER FARLI ENTRARE, QUALCUNO DOVETTE PUR METTERE A LORO DISPOSIZIONE BALCONI E FINESTRE O TETTI - A MENO CHE NON VI SI CALARONO DALL´ALTO DAL FAMOSO ELICOTTERO BIANCO SENZA SCRITTE, MA QUESTO È MENO PROBABILE PERCHÉ LA DISCESA COSÌ IN BASSO DEL VELIVOLO SAREBBE STATA TROPPO VISIBILE E RUMOROSA : E QUESTO SIGNIFICA A SUA VOLTA, CHE LA ZONA ERA PRESIDIATA DALLA TRIMURTI ALMENO DA ENTRAMBI I LATI DELL´INCROCIO : DAL 109 DI BONANNI MOSCARDI E COMPAGNI DI MERENDE, E DAL 106 DI PROBABILI DEPISTATORI COME DE CHIARA E GUGLIELMO.

Facciamo un passo ulteriore nel cercare di posizionare i cecchini dall´alto : non potevano stare solo sui tetti, né su piani troppo alti, direi senz´altro di poter escludere i piani dal quarto in su. Né avrebbero potuto tirare da elicottero. Perché da tali posizioni molto alte, puoi tirare a bersaglio umano in macchina scoperta, tipo Kennedy, perché lo vedi. Ma non puoi tirare a bersagli che non vedi perché in abitacolo chiuso e coperto. Ripeto : i tiri dei cecchini sicuramente cominciano con i 2 autisti come bersagli, perché nella logica militare di un simile agguato, devi per prima cosa bloccare gli autisti affinché non riescano a fuggire facendo fallire l´agguato. Da qui i fori nel parabrezza della 130 e nel lunotto dell´alfetta. Però per centrarli, li devi vedere, specialmente Ricci che è in testa : fermato lui, si fermano tutti. E per vederlo, per inquadrarlo bene nel mirino, non puoi stare troppo in alto. Quindi van bene primo piano, secondo, al limite terzo, dipende anche dall´altezza dei piani. Ma dal quarto in su, il cranio di Ricci non lo vedi più, questo è sicuro. Poi ci poteva essere, e probabilmente c´era a giudicare da certe traiettorie quasi verticali che attingono Leonardi al capo, un´altra squadra di cecchini sui tetti o più in alto o su elicottero, incaricata di sparare agli agenti se fossero riusciti a uscire dalle vetture e dunque a diventare ben visibili anche da altezze notevoli.

E guarda combinazione, i piani del civico 106 verso cui Zizzi e/o Leonardi sparano con l´M12

sono : il piano rialzato=primo piano catastale di de chiara giovanni ; il secondo piano di cuniolo maria grazia in cucco e suo marito il dottor fabrizio cucco, ( scala A, interno 4) ; ma dobbiamo includere nel novero dei possibili posizionamenti di cecchini anche il terzo piano di ravenni mariangela in fiani, scala A, interno 6, presunta teste del presunto Moro-a-Fani (vedi infra), che dichiarò lei stessa che il balcone del suo salone dava sul punto dell´agguato - a casa sua non furono rinvenuti proiettili o frammenti che io sappia, tuttavia non è da escludere che il o i cecchini del 106 potessero stare appostati da lei, ma che Zizzi e Leonardi, non vedendoli bene, non li colsero. Stando alla visura storica catastale per soggetto, ravenni mariangela, nata a Siena il 14.6.1920, deceduta, era proprietaria dal 1980 al 1984 di un appartamento in via luigi arbib pascucci 64, Roma, in comunione dei beni col marito fiani, e in seguito fino al 2005, pare continuare ad abitare lì. Dunque, dato che non risulta intestataria di Fani 106 dal 1988 in poi, anche lei potrebbe aver usufruito di Fani 106 solo a cavallo della strage, ma devo ancora accertare da quando a quando vi abitò.

C´è poi una misteriosissima ferrari bonita a via Mario Fani 106 nel 1978, che da me contattata tramite terzi che la conoscono, non si è degnata di rispondere. Questa ferrari bonita è una specie di fantasma per l´anagrafe : mentre nell´elenco del telefono del 1978 risulta abitare a via Mario Fani 106, con numero telefonico a lei intestato, per la banca dati digitale del catasto che parte dal 1988, non risulta essere intestataria di unità immobiliari colà dal 1988 appunto. Per l´anagrafe di tutta Italia poi, è un fantasma : non risulta esistere né mai essere esistita ! Un conoscente :

" FERRARI B. TEL. 340275 . SI TROVA NELLO STRADARIO 1977-78 IN VIA FANI 106 ".

Il telefono è intestato ad una Bonita. Bonita Ferrari.

" INDIRIZZO NOMINATIVO TELEFONO STRADARIO ELENCO ALF.

Via Mario Fani 106

FERRARI Bonita

34 02 75

1972 1973-74 ". E poi ancora come detto, si trova nello stradario 1977/78.

Ecco di seguito una ferrari bonita che ho trovato, come età ci siamo, solo che non risulta su paginebianche ma solo qui :

https://it.linkedin.com/in/bonita-ferrari-1665b433

Ho trovato in questo elenco di iscritti alla p2 nel 1984 :

http://www.gerograssi.it/cms2/index.php?option=com_content&task=view&id=15984&Itemid=158

A p.14 di 34, 3 ferrari a Roma, però il loro nome non inizia per b. : i dottori alberto e aldo ferrari, e l´avvocato giuseppe ferrari. Mi sono ricordato del discorso di un conoscente, di come i nomi dei terroristi di regime a volte vengano deliberatamente registrati con varianti depistanti, tipo ranti per rauti a via Stresa al catasto di Roma . E occorrerebbe scoprire se quei 3 ferrari della p2 di Roma, anche se sono individui distinti da "ferrari bonita", siano suoi parenti .

Sempre sull´elenco di piduisti linkato supra, c´è anche, a p. 3 di 34, un guido barbaro di Torino, dottore, fascicolo 851 : chissà se è parente di bruno...



Sono i piani dal primo al terzo, quelli dove logicamente dovremmo cominciare a cercare il o i cecchini dall´alto. Perché, ripeto, il tiro al bersaglio comincia con gli agenti in macchina, in abitacolo chiuso, dunque invisibili da altezze eccessive. Altri cecchini si appostarono altrove e sono ancora da posizionare, ma al 106, tutto combacia...Dunque abbiamo almeno 3 lati di provenienza dei tiri dall´alto : da oltre l´incrocio o da un palazzo ad angolo per il foro del parabrezza della 130 che arresta Ricci ; da Fani alta per i 3 fori del lunotto dell´alfetta con bersaglio Rivera ; e da lato, dal 106, con obiettivi Leonardi, Zizzi e Iozzino. Infra vedremo che anche Rivera uscì dalla macchina, e un altro cecchino era ad attenderlo da sinistra : fanno 4 cecchini almeno, non ci può essere più dubbio su questo. E non è da escludere la presenza di ulteriori cecchini appostati ancor più in alto dei terzi piani, compresi teoricamente tetti e elicotteri, ma con la funzione non di sparare agli autisti e agli altri agenti ancora in abitacolo chiuso, che non avrebbero potuto inquadrare bene nel mirino, bensì agli agenti che prevedibilmente si sarebbero catapultati fuori dalle auto, come fecero, una volta colpito il Ricci. Certe traiettorie quasi verticali che attinsero Leonardi porterebbero a pensarlo.

Ancora : non sto asserendo con certezza che inquilini del 106 si macchiarono di favoreggiamento di strage ospitando i cecchini. Sto solo dicendo che ciò non è da escludere matematicamente, che pesantissimi indizi e logica deduttiva portano a ipotizzarlo, e che una magistratura degna di questo nome dovrebbe verificare, di tutte queste persone, cosa esattamente facevano nella vita oltre l´ufficialità. Io non ho il potere di convocarli in audizione : chi questo potere ha, non lo ha mai fatto in 41 anni, o se lo ha fatto, come con de chiara e guglielmo, s´è bevuto le panzane che gli han raccontato senza fiatare.



Questo ragionamento mi porta a un´altra conseguenza importante : che la 128 CD non poteva essere arrivata a Fani/Stresa in testa al convoglio : proprio perché i cecchini non potevavo posizionarsi più in alto del terzo piano al massimo, per vedere bene ad esempio almeno Ricci, il primo e principale obiettivo tattico dell´agguato ( e il cecchino che tira a Ricci lo immaginiamo logicamente al di là dell´incrocio, o in un palazzo ad angolo, o anche su un balcone o finestra del 106, se spara al parabrezza di Ricci quando questo è ancora qualche metro prima del 106 ), è chiaro che la presenza della 128 CD davanti al bersaglio ne avrebbe ridotto la visibilità in modo assurdo, data l´altezza non elevatissima del posizionamento del tiratore. Dunque : la 128 CD sta lì a far teatro, messinscena post-agguato, è stata portata in quel punto DOPO. La farsa dei "cancelletti" è appunto il set di un film, esattamente come a Statz per Schleyer (vedi infra) : serve a occultare i veri killer principali di Fani : cecchini militari dall´alto.

Ecco perché la 128 CD sporge di così tanto oltre lo stop : perché ci è arrivata dopo l´agguato, in retromarcia, e più spazio di quello ormai non aveva più, la 130 essendosi arrestata poco prima dello stop. Ed ecco perché non vi fu tamponamento tra la 130 e la 128 CD : perché quest´ultima non c´era.

Non dimentichiamo Pecorelli, opportunamente citato da di giovacchino 2003, p.231 :

" Si limitano a correre dietro alle pistole cecoslovacche, alle borse tedesche, ai berretti dell´Aeronautica, ALLE TARGHE DIPLOMATICHE E A TUTTI GLI ALTRI SASSOLINI CHE PUCCETTINO VORRÀ DISSEMINARE..."



La vulgata di regime ha voluto farci credere per 40 anni che gli eroici agenti della scorta fossero degli incapaci se non anche dei vigliacchi. Ci fu un violentissimo conflitto a fuoco.

Ma l´agguato è militare, la sorpresa è in parte riuscita, almeno 4 tiratori scelti dai 4 lati dall´alto colpiscono i 3 agenti di destra, e Rivera a sinistra, usciti dalle macchine, al cranio e al cuore con colpi mortali, tranne Zizzi gravemente ma non mortalmente ferito. Inquinatori poi, predisposti in attesa sul piano strada, come ad esempio barbaro bruno agente di gladio, rimetteranno in auto i corpi di Leonardi e Zizzi, preso per morto, ma non avranno il tempo di fare lo stesso con Iozzino, di cui però spostano il cadavere (vedi infra capitolo 2) e fanno sparire gli M12.

Zizzi è ancora vivo, i proiettili non sono mortali, ma l´ambulanza viene deliberatamente ritardata fino a fargli perdere troppo sangue per essere salvato. E chissà, forse agenti di gladio travestiti da crocerossini, gli sparano pure nell´ambulanza. Sarebbe molto interessante sapere i nomi dei componenti l´equipaggio dell´ambulanza che portò Zizzi al gemelli. È da vomito, che in 41 anni nessuno li abbia interrogati. Quel che si conosce è il nome del primario chirurgo che lo operò : lo stesso terrorista di regime che 3 anni dopo fece finta di operare l´attore wojtyla karol dopo il finto attentato al papa del maggio ˊ81. Quando si dice essere in buone mani...

https://www.youtube.com/watch?v=fLo8dzVLR4Q

https://www.youtube.com/watch?v=6BzsCUQqy2g

http://letsrollforums.com//fatima-hoax-and-staged-t29187.html

Paradossalmente e penso, involontariamente, è stata proprio la ricostruzione 3D della scientifica, commissionata dall´ultima commissione Moro, a fornire ulteriori prove, indicando graficamente come alcune delle traiettorie dei proiettili che raggiunsero l´alfetta di scorta provenivano dall´alto:

https://video.corriere.it/film-3d-sequestro-moro-spararono-solo-brigatisti/d4b9d55e-111d-11e5-b09a-9f9a058e6057

Osservate ad esempio il fotogramma a - 4´30´´: la freccia più alta piantata nello sportello anteriore sinistro dell´alfetta, ha una traiettoria estremamente ficcante. Nessuno sparatore dal piano strada avrebbe potuto ottenere una tale traiettoria alto-basso, nemmeno a sollevare assurdamente il mitra per aria, rivolgerlo verso il basso e poi sparare. Quel proiettile fu dunque sparato dall´alto, da finestra o balcone o tetto, direi a occhio e croce come minimo, da un secondo/terzo piano.

La traiettoria di questo proiettile è evidenziata ancor meglio dalla ricostruzione 3D, come si può osservare a - 4´13´´: la linea rossa è troppo angolata alto-basso per poter provenire dal piano strada. Stesso discorso vale anche per la seconda linea rossa sotto di essa, che la incrocia.

Osservate le stesse 2 traiettorie a -1´35´´ e -1´09´´: esse provengono da molto più in alto delle teste dei (presunti) brigatisti, e pertanto non possono fisicamente provenire dal piano strada.

L´ascientifica nella sua relazione alla commissione di qualche anno fa, se la cavò ipotizzando che quei 2 proiettili fossero stati sparati da brevissima distanza - ma questo non spiegherebbe l´inclinazione quasi verticale delle traiettorie, perché gli sparatori avrebbero dovuto inclinare l´arma in un modo assurdo, e fare cilecca da pochi centimetri.

Ma la cosa veramente scandalosa dell´immagine a - 4´13´´, è che essa finge di ignorare completamente i 3 fori di proiettile nel lunotto dell´alfetta, con la scusa che quel lunotto è stato misteriosamente demolito, insieme a molto altro della macchina, in questi 40 anni: i poliziotti dell´ ascientifica avrebbero ben potuto ricavare quelle 3 traiettorie da filmati d´epoca come questo citato già supra:

https://www.youtube.com/watch?v=V3y7FnTF15Q

TG 1 annuncia il rapimento di Aldo Moro 16 Marzo 1978 Frajese

a 3´34´´.

Nello stesso celebre servizio, si vede chiaramente il foro superiore dello sportello anteriore sinistro dell´alfetta di scorta, prodotto da tiro ficcante, tra 1´55´´ e 2´00´´.

Torniamo sulla vexata quaestio del foro in alto nel parabrezza anteriore della 130: è quello contrassegnato A1 nel video del 3D, a - 4´04´´:

https://video.corriere.it/film-3d-sequestro-moro-spararono-solo-brigatisti/d4b9d55e-111d-11e5-b09a-9f9a058e6057

l´ascientifica lo dà come sparato leggermente dal basso verso l´alto, dal piano strada, da sinistra avanti verso destra indietro, e a - 0´32´´, fa credere che il "brigatista" di sinistra abbia sparato quel colpo per primo, con la 130 ancora in movimento, posizionato a sinistra ma prima del veicolo, quindi sparando obliquamente da sinistra a destra, avanti-dietro. Tutto ciò non ha alcun senso. Anche perché quel colpo secondo la scientifica andò a vuoto (non dicono come fanno a dirlo). E non si capirebbe proprio a quel punto perché la scorta o almeno Leonardi non abbiano avuto il tempo di reagire. Come è discutibile l´altra pastorizzazione di detto foro come foro di uscita: da dentro la macchina non sparò nessuno, e ben difficilmente un colpo a vuoto o trafosso dei "brigatisti" avrebbe potuto finire in quel punto.

Il collettivo 16 marzo:

https://drive.google.com/file/d/0ByocqqHXudT-VnJKQTFkNjNTZlE/view

sostiene con labilissimi argomenti schein-tecnici che il foro è di uscita perché tali fori presenterebbero sfaldamento del vetro di superficie: ma le foto che mostra, come potete vedere, sono state fatte a via di Settebagni decenni dopo, quando la 130 era stata "restaurata" per l´esposizione, e una gelida manina, magari la stessa che demolì il lunotto dell´alfetta per obliterare i 3 fori dall´alto, potrebbe avere cambiato le carte in tavola anche sulla 130:

http://www.cronaca-nera.it/4964/auto-delitto-moro

Infatti nel famoso servizio di frajese linkato supra, a 1´26´´, il foro anche se non si vede troppo nitidamente, non pare mostrare sfaldamento, e il suo cratere appare introflesso. Peraltro anche nella quarta foto esibita dal collettivo 16 marzo linkato supra, i bordi strappati dell´intercapedine marroncina tra i 2 strati di vetro componenti il parabrezza, appaiono introflessi - come anche qui:

https://www.youtube.com/watch?v=kk_2AN5srZY

a O´O7´´.

Quel foro fu prodotto da un tiro ficcante di cecchino militare, che ferì mortalmente, bloccando lui e la 130, il Ricci alla guida: infatti una sua possibile traiettoria corrisponde a occhio alla ferita da arma da fuoco che l´ascientifica ha graficamente direzionato, col proiettile che penetrò lo zigomo sinistro del Ricci, per fuoruscirgli poi dalla parte bassa a sinistra del collo:

http://fncrsi.altervista.org/Contributi_al_caso_Moro.pdf

(pagina 26 di 157).

Soltanto 4 cecchini sparanti dall´alto in basso potevano sparare da 4 direzioni diverse senza correre rischio di ammazzarsi tra loro.

Chi furono questi cecchini dall´alto ? Chi furono i killer dal piano strada, che pure agirono in seconda battuta, integrando e completando il lavoro dei cecchini e lasciarono tutti quei bossoli per terra ?

In Italia di gente che sparasse così rapidamente e con tale efficacia omicida, c´era il comsubin - un reparto di incursori specialisti, diretto erede della x mas. Quindi i killer reali di Fani, poterono forse essere stranieri - specialisti americani, inglesi o occidentali in genere o israeliani - o forse il comsubin. In ogni caso, chiunque fu, aveva preparazione militare specializzata. Comsubin e stranieri poterono forse agire insieme - i blue light americani o le sas inglesi con gli italiani del comsubin ad esempio. Questo non coimplica che sapessero a chi sparavano - un soldato obbedisce agli ordini e riceve solo le informazioni strettamente necessarie alla sua specifica parte nell´azione : on a need-to-do basis, in italiano, in rigida compartimentazione.

Comsubin e gladio andavano a braccetto in queste azioni sanguinarie della strategia della tensione.

L´ex membro del comsubin tombolini oreste, interrogato dalla Moro 2, si mostra molto reticente e imbarazzato. Ma alla fine, grazie ai commissari che lo mettono alle strette come si deve, sputa fuori i nomi dei suoi colleghi e l´uso da parte del comsubin di elicotteri da trasporto bianchi e senza scritte - come quello che un giornalista dell´ansa vide volteggiare sopra Fani poco dopo l´agguato...Poi tombolini si corregge e nega che fossero senza scritte...mmm...

A mio parere, sospetti cecchini dall´alto di Fani sono i seguenti membri del comsubin a marzo 1978 :

1. tenente di vascello tombolini oreste, che ebbe a dire alla Moro 2 parlando del 77/78 :

" In quel tempo mi stavo specializzando nell'impiego delle armi lunghe e stavo studiando un po’ di balistica. " - cioè, stava studiando da cecchino...

2. il suo collega tenente di vascello del comsubin ugolini

3. l´altro collega tenente di vascello vassale

4. l´altro collega tenente di vascello cespi .

Questi sono i nomi che tombolini, incalzato e minacciato di conseguenze giudiziarie dalla Moro 2, dopo lungo tergiversare sputa fuori - e soprattutto, dopo aver reiterato che non vuole coinvolgerli, che non vuole metterli in mezzo - espressioni che si confanno a azioni criminose, non a legali operazioni militari :

http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/stenografici/html/68/audiz2/audizione/2017/04/11/indice_stenografico.0131.html

p.17 del cartaceo ( i numeri di pagina li trovate inframmezzati tra le righe del testo ).

Direi che ancor più sospetto è un quinto, de vuono giustino, il famoso killer ex legione straniera, forse l´esecutore materiale dell´assassinio di Moro: stando al seguente servizio, anche lui era in via Fani il 16.3.78 :

http://www.tg1.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-0477a995-d122-41eb-9979-562b90e66e34.html

Da 56´11´´ in poi, e soprattutto a 56´16´´ : qui lo si vede proprio vicino al 106, sempre SE è davvero lui, anzi dentro il comprensorio del civico 106, vicino al balcone di de chiara giovanni al piano rialzato/primo piano...Da cui forse aveva sparato alla scorta poco prima, per poi confondersi tra la folla degli astanti accorsi. E chissà chi sono quei due con cui si sta intrattenendo...Ancora una terza foto a 56´21´´ parrebbe ritrarlo in compagnia del trio che appare anche nella foto precedente : e paiono avere un palco privilegiato, perché ci sono solo loro lì : vuoi vedere che anche gli altri, o almeno i due giovani, erano cecchini del 106 come de vuono ? Come hanno fatto quei 4 a entrare nel giardino privato del 106 ? Alcuni quella mattina vi entrarono scavalcando per vedere meglio. Ma SE quello è de vuono, che ci fa un killer con preparazione militare, tiratore scelto, la mattina della strage ? Queste foto sono del fotografo Gennaro Gualerzi, che aveva negozio di fotografia lì vicino in via Stresa con la figlia Elisabetta (Studio Ottica GR2, oggi di Elisabetta Gualerzi, via Stresa 37/A). Le stesse foto e altre con de vuono e il suo trio, e anche altri, sono pubblicate in : Carlo D´Adamo/James Hepburn jr, Coup d´état in via Fani, Pendragon 2018, pp. 416,417,418,419.

A 56´55´´ nello stesso servizio, si vedono i 2 fori da traiettorie dall´alto sul fianco sinistro dell´alfetta : v´erano dunque cecchini anche sul 109, infestato da terroristi di regime come bonanni patrizio e moscardi tullio. Ma anche da uno ´ndranghetista : nirta antonio detto due https://www.lavocedinewyork.com/news/2016/02/01/il-caso-moro-e-la-pista-forte-della-ndrangheta/

http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/03/14/news/cosa-ci-faceva-il-boss-in-via-fani-una-foto-puo-riaprire-il-caso-1.319559

Però : se nirta e de vuono hanno partecipato al massacro, magari dall´alto di qualche balcone o finestra rispettivamente del 109 e del 106 : perché non se la sono filata dopo ? Perché hanno scelto di confondersi tra gli astanti ? Oltretutto con tutti quei fotografi, non temevano di finire sui

giornali ? O forse gli hanno detto di mettersi apposta in bella mostra, per depistare l´attenzione di futuri inquirenti seri, da altri cecchini, quelli veri, militari magari stranieri ? A volte penso che anche la austin morris, la mini cooper, la 850, tutte lì con targhe leggibili che han consentito di risalire agli intestatari fascisti, sono troppo in bella mostra, come se anch´esse dovessero depistare dal livello alto (americano ?) dei cecchini...

Un altro paio di killer completarono l´opera dal piano strada, forse sempre membri del comsubin, perché è più facile operare in team in queste cose, che con sconosciuti : o forse de vuono, nirta, membri deviati del comsubin ed ex repubblichini come moscardi etc., sas inglesi, blue light americani e simili, s´erano allenati insieme in prove generali tipo l´esercitazione rescue emperor coordinata da guglielmi camillo a inizio 1978...

È da escludere che una squadra di killer anche professionisti potesse massacrare la scorta lasciando Moro illeso o quasi, un solo esempio per ora : il proiettile che fora il parabrezza anteriore della 130 in alto, e che per me viene dall´alto ed è indirizzato al Ricci alla guida, da dovunque provenisse avrebbe potuto uccidere Moro, in caso di errore sia pur lieve o accidentale deviazione - Moro era seduto, o meglio sarebbe stato seduto dietro al Ricci. O avrebbe potuto uccidere anche Moro, perché la ferita di Ricci alla mascella sinistra con foro di uscita alla base sx del collo/nuca, è appunto trafossa - e dietro c´era Moro. Perché avrebbe bildinger/kisserberg dovuto correre simili rischi ? A meno che non volesse Moro morto subito, o gli andasse bene sia vivo sia morto subito.

Moro secondo me si sedette effettivamente sulla 130 quella mattina, e mise come al solito i giornali e le borse a occupare il posto posteriore destro, il cappotto sul davanzale dietro etc. - ma ne scese non lontano da casa sua, per non più risalirvi.

Concretamente : se guardo e riguardo e riguardo i dati, il corpus dei dati a mia disposizione finora , le foto e i servizi d´epoca, il corpus delle commissioni etc., allora ne evinco che nulla fu lasciato al caso in via Fani. Dunque se provo a calarmi nei panni di bildinger, delle due l´una : aut io voglio Moro vivo, e allora lo devo prelevare prima di Fani. Aut io voglio Moro morto, o è irrilevante per me se muore subito o in prigionia, e allora lo mando a Fani con la scorta. E sicuramente il bilderberg lo voleva inizialmente vivo, sia per estorcergli tutti i segreti di Stato che poteva, sia soprattutto per inscenare lo psicodramma collettivo dei 55 giorni, che imprimesse bene e per sempre nella memoria delle masse la malvagità del comunismo e le conseguenze a cui porta ogni apertura a sinistra. Sia infine per strombazzare le foto del prigioniero coi bandieroni br sullo sfondo, i volantini br e tutto il resto dell´armamentario visual-teatrale atto a spazzar via ogni possibile dubbio collettivo sulla responsabilità di Fani e infine di Caetani. Dubbio che sarebbe sorto e rimasto, se Moro fosse stato ucciso a Fani con gli altri.

La austin morris di bonanni non sta lì a far da cancelletto, a intralciare Ricci : Ricci arriva a quel punto dove si ferma la sua auto, già moribondo per il colpo alla testa del cecchino dall´alto. La sparatoria inizia ad auto in movimento molti metri prima della posizione finale, ricordatelo sempre, questo è provato dai cristalli a terra dietro le auto. E se Ricci non fosse ancora stato colpito quando fosse arrivato in prossimità dell´incrocio, e avesse voluto svicolare quando son cominciati a piovere i colpi, avrebbe potuto farlo a sinistra dove non c´era nessuno, non è che uno in mezzo a una sparatoria stia a rispettare i sensi di marcia. La macchina si ferma da sola, va in stallo. L´austin è parte del depistaggio, del set di cinecittà, bonanni è solo un criminale fascista che si è fatto usare come moscardi e compagni di merende. Dietro alla austin non si nasconde nessun killer, è troppo vicina alla scorta, sarebbe stato un suicidio sparare da lì dietro.

LA AUSTIN STA LÌ A FAR MESSINSCENA, FILM SET, PER OCCULTARE I CECCHINI DALL´ALTO CHE SONO I VERI KILLER PRIMARI DELL´AZIONE MILITARE.

LA 128 CD VIENE POSIZIONATA DOPO LA STRAGE, NON SERVE ASSOLUTAMENTE A NULLA COME CANCELLETTO, ALLO STOP IL CONVOGLIO AVREBBE DOVUTO RALLENTARE COMUNQUE, DANDO MODO AI CECCHINI DALL´ ALTO DI SPARARE A BOTTA SICURA O QUASI.

Ancora Pecorelli, citato in rita di giovacchino, il libro nero della prima repubblica, 2003, p. 231:

" SI LIMITANO A CORRERE DEITRO ALLE PISTOLE CECOSLOVACCHE, ALLE BORSE TEDESCHE, AI BERRETTI DELL´AERONAUTICA, ALLE TARGHE DIPLOMATICHE E A TUTTI GLI ALTRI SASSOLINI CHE PUCCETTINO VORRÀ DISSEMINARE..." .

Gladio era in via Fani , la austin morris blu a destra apparteneva a patrizio bonanni della società poggio delle rose legata ai servizi, con ufficio/appartamento in via Fani 109 e la mini minor verde a sinistra a tullio moscardi ( 1920-1997 ), ex decima mas, membro dei servizi deviati, che aveva in uso un appartamento al terzo piano di via Fani 109, scala B int.18. Moscardi deteneva un fucile in casa, a detta della vedova maria iannaccone. Un conoscitore :

" Moscardi potrebbe forse aver sparato anche lui, ma non dal suo balcone, che rimaneva all'interno del profondo cortile tra le due ali (anche qui, scala A e scala B) e aveva una visuale troppo ristretta di via Fani [Moscardi non vedeva da lì nemmeno la sua Mini]. Il compito di Moscardi era forse quello di assicurare la logistica e di controllare che tutto fosse predisposto - così credo si possa interpretare il foglio con dei numeri che si trovava dietro il lunotto posteriore della sua auto. Del resto, anche se faceva sport e andava a caccia, la sua specializzazione era quella di arruolatore e organizzatore. C'era comunque un grande terrazzo con piante di ogni tipo al di sopra del bar - e nelle foto dall'alto è possibile vederlo. "



Altra inquietante presenza di terrorista fascista presso il luogo dell´agguato: barbaro bruno, cognato di fernando pastore stocchi istruttore di gladio, al 16.3.78 abita lì vicino, in via madesimo 40, e pure lui ha il suo ufficio di copertura dei servizi deviati a via Fani 109, con vista sull´agguato. Sarà tra i primissimi se non il primo a giungere, o meglio trovarsi, sul posto dopo la strage, e a inquinare la scena del crimine come vedremo.

Guglielmi, moscardi, bonanni, barbaro, pastore stocchi, rauti, e chi più ne ha... Dice quasi bene grassi che a via Fani c´erano ANCHE le "brigate rosse " - SE pure c´eran davvero. Ma non dimenticate che nel 1978, br = gladio, di cui erano agenti moretti morucci casimirri e lojacono almeno.





CAPITOLO 2 : I 5 AGENTI COLPITI DALL´ ALTO



Altra prova provata che il grosso della strage fu compiuto da cecchini militari dall´alto, è nelle traiettorie di alcuni dei proiettili che uccisero i 5 agenti : prendiamo come base di partenza del nostro discorso la relazione boffi, cioè la relazione della polizia scientifica alla commissione Moro 2 del 2015 :

http://www.gerograssi.it/cms2/file/casomoro/DVD20/0197_003.pdf

Da p. 28 in poi, abbiamo l´analisi delle traiettorie suddette :

- Ricci viene colpito da 7 proiettili, nessuno dei quali ritenuto : questo risulterebbe dall´autopsia.

Sia i patologi forensi del 1978, sia la boffi concordano sul dogma che Ricci fu attinto solo da sinistra e solo dal piano strada : ma c´è un piccolo problema : guardate la figura che accompagna il testo : l´ultimo manichino in basso a destra è trafitto da una traiettoria rossa che indica chiaramente direzione alto-basso, avanti-dietro : è il colpo che trafigge la mascella sinistra di Ricci e gli fuoriesce dalla nuca a sinistra : prudentemente, la relazione boffi non mette punta di freccia a questa traiettoria...ma noi la conosciamo bene ormai : è il proiettile di cecchino in alto che buca il parabrezza della 130, per bloccare ogni possibile fuga della scorta fermando l´autista della macchina in testa, e con lui l´intero convoglio, che da questo momento in poi diventa facile bersaglio del fuoco incrociato, prima dei cecchini dall´alto e poi dei maramaldi del piano strada.

- Leonardi : è talmente evidente che fu attinto da più colpi dall´alto, quindi fuori dalla macchina, che medici e periti di regime dovettero immaginare sue strane torsioni all´indietro per proteggere chissà come Moro, che nemmeno c´era...Invece ecco :

" un proiettile entrante “in corrispondenza della bozza parietale destra…che risulterà emergere

in sede nucale sinistra… situata immediatamente al di sotto dell’attaccatura dei capelli;“ " ;

" un secondo proiettile è penetrato “in regione temporale destra, cm 5 superiormente e cm 2 anteriormente al trago…si diparte un tramite che risulterà raggiungere con lieve decorso dall’alto verso il basso la branca orizzontale destra della mandibola; …predetto tramite avendo assunto un decorso dall’alto verso il basso e leggermente da destra verso sinistra l’apice [sic, citazione anacolutica] del polmone destro attraverso il cuore sempre da destra verso sinistra fino ad affondare nei tessuti molli paravertebrali a livello del VI spazio ove si rinviene un proiettile“ " ; cioè : questo proiettile ha avuto traiettoria quasi verticale, impensabile dal piano strada ;

per seguire meglio, osservate l´ultimo manichino rappresentante Leonardi nella grafica, siamo a p. 33 di 122 : un terzo proiettile dalla traiettoria quasi verticale lo prende alla spalla destra ;

ancora altri due dei proiettili descritti nell´autopsia han traiettoria alto-basso :

" un sesto proiettile sempre sulla sommità della spalla a 6 cm dalla precedente lesione foro d’entrata "da cui si diparte un tramite che penetra con netta obliquità dall’alto verso il basso della cavità

toracica.“ " ;

" un nono entra all’ “epitorace destro, a livello del V spazio sulla linea ascellare e si approfonda

nella cavità toracica. Ha assunto un decorso obliquo dall’alto verso il basso interessando la cupola

disframmatica [sic] per raggiungere i tessuti molli pericostali a livello della VIII costola sinistra“ ".

In sintesi : Leonardi viene colpito dai cecchini dall´alto almeno 5 volte, con traiettorie impossibili dal piano strada, a meno di immaginare sue assurde torsioni in auto : Leonardi uscì dalla macchina, fece a tempo a uscire, forse ferito, e forse sparò con l´ M12 prima di cadere trafitto dall´alto.

Delle traiettorie che attinsero Rivera, Zizzi e Iozzino abbiamo citato qualcosa supra e diremo ancora, ma per ora vi basti guardare la grafica per capire con immediata evidenza come tutti e 3 furono attinti dall´alto, oltre che dal piano strada : mi limito per ora a indicare le traiettorie dall´alto che li attinsero :

Rivera : sono 4 : il proiettile al cranio, e i 3 alla regione addominale ;

Zizzi : tutti e 3 i proiettili che lo attinsero, non ritenuti, che la scientifica seguendo i medici legali del `78, inverte come basso-alto, il che costringerebbe a immaginare Zizzi come lo vuole la vulgata, un vigliacco che si acquatta sotto al cruscotto in macchina : invece uscì, sparò con l´ M12, arma che fu poi fatta sparire, e fu rimesso in macchina creduto morto, o forse lui stesso riuscì a rientrare in macchina ; ricordiamo l´ottima osservazione di Agora e del suo amico supra : i fori di entrata e di uscita in caso di tiri dalla lunga distanza, sono indistinguibili ;

Iozzino : come vedete dalla figura 28, sono almeno 5 le traiettorie dall´alto che lo attingono, e di cui al solito i legali invertono le direzioni...



Dunque, Leonardi, Zizzi, Iozzino e Rivera uscirono dalle macchine e i loro cadaveri furono poi rimessi in macchina per occultare i tiri dall´alto, da inquinatori come barbaro bruno dopo la sparatoria, eccetto quello di Iozzino che era troppo lontano, ma che fu probabilmente anch´esso spostato, come già notò un commentatore sul web, di cui mi scuso di non ritrovare più il link : le gambe incrociate sono innaturali per uno che cada morto o moribondo, perché incrociarle è atto volitivo richiedente attivo sforzo muscolare. La stria di sangue dal suo cranio alla pistola potrebbe essere prodotto di trascinamento anch´essa. Cioè : Iozzino ormai cadavere fu preso per i piedi e trascinato per alcuni metri, con la testa che strusciava sull´asfalto lasciando la stria di sangue. Scopo dello spostamento : far sembrare che guardava agli sparatori a sinistra e non a destra ( 106 ). Anche le braccia aperte sono troppo regolari e sulla stessa linea, la figura del cristo crocifisso coi piedi giunti e le braccia aperte sembra essere voluta. Se, come appare probabilissimo, anche il cadavere di Iozzino fu spostato, questo spiegherebbe anche perché la sua pistola è lontana dal corpo.

In queste foto :

http://www.dagospia.com/mediagallery/Dago_fotogallery-205969/995387.htm

http://www.dagospia.com/mediagallery/Dago_fotogallery-205969/538785.htm

Si vede bene che il rivo di sangue tra cadavere e pistola taglia obliquamente la strada, che è in discesa : se quel rivo fosse provenuto dal cadavere nella sua posizione finale, sarebbe stato parallelo alla discesa, quindi al senso di marcia della scorta per capirci. Iozzino fu spostato, e se come pare sparò 2 volte, sparò al 106, a destra, come gli altri, mentre se qualcuno della scorta tirò verso la mini cooper, dovette esser Rivera. Iozzino fu spostato e rivolto verso l´olivetti, per dar l´impressione che i colpi provenissero solo dal piano strada e da sinistra, come da copione preparato. Tutto ciò si vede ancor meglio dall´alto qui :

http://www.tg1.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-0477a995-d122-41eb-9979-562b90e66e34.html

57´43´´.

E chissè che fine fece la pistola d´ordinanza di Rivera, di cui parla nessuno da 41 anni...

In altri termini : l´agguato si suddivide in 2 fasi : nella prima, sparano solo tiratori scelti militari nato dall´alto ; nella seconda, entrano in scena maramaldi dal piano strada che fanno scena e inquinano la scena vera del crimine sforacchiando cadaveri, moribondi e macchine per dare l´impressione che si sia sparato solo da sinistra e solo dal piano strada. In una terza fase post-agguato, si inquina pesantemente la scena, spostando i cadaveri in modo che vengano occultati i tiri dall´alto e la loro provenienza.

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